
Le etichette servono, ma non sono tutto
L’etichetta “made in Italy” è una garanzia riconosciuta in tutto il mondo. In ambito alimentare, anche per salumi e insaccati, è entrata in vigore una norma che specifica e garantisce ulteriormente il 100% del prodotto italiano.
Leggi made in Italy su un prodotto alimentare e ti senti già più sicuro. Vale nel nostro Paese e vale anche all’estero. Se fino a poco tempo fa sulle nostre etichette per garantire la provenienza italiana era necessario indicare solo il posto di lavorazione, oggi le cose sono cambiate.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha infatti approvato questo decreto interministeriale sulle etichette. Una scelta importante, seppur sperimentale e valida fino al 31 dicembre 2021.
Sulle nuove etichette, per avere la certezza che i salumi e gli insaccati siano al 100% italiani, sarà necessario che la materia prima – i suini – siano nati, allevati, macellati e lavorati nel nostro Paese. Solo a queste condizioni il prodotto potrà essere definito “made in Italy”.
Qualora questa condizione non sia rispettata, l’etichetta non potrà rivendicare l’italianità del prodotto, ma solo riportare la provenienza della carne, europea qualora sia di uno dei 27 Paesi della Ue, o extra-Ue negli altri casi. Regola dalla quale sono esclusi i prodotti importati, ai quali il decreto italiano non può essere applicato.
Caso a parte per i prodotti con etichetta DOP o IGP, dove sono queste stesse sigle a garantirne la genuina provenienza e lavorazione.
Perché questa norma?
L’obiettivo è duplice. Il primo è quello di garantire il massimo della trasparenza al consumatore finale. Il secondo è quello di rivalutare un settore preciso, quello dei suini italiani, in difficoltà da qualche anno anche perché le carni suine in Italia scarseggiano.
Una precisazione ci pare d’obbligo: qualsiasi sia la provenienza della carne per la realizzazione di salumi o per la sua semplice lavorazione e macellazione, dobbiamo sempre aver presente che in Europa e ancora di più in Italia, vige un sistema di controllo igienico sanitario tra i più rigidi e precisi del mondo. In questo modo sicurezza e salute delle carni e dei consumatori sono garantite.
Le uniche differenze, ma non sempre, si possono semmai cercare solo sul fronte delle caratteristiche organolettiche.
Conviene avere nuove etichette?
La richiesta di una maggiore trasparenza, da parte dei consumatori, è molto forte. Indagini di mercato confermano che conoscere la provenienza e il luogo di lavorazione dei prodotti e in modo particolare per carni e salumi, è fondamentale per le persone che acquistano.
Quindi quanto più è possibile offrire questa trasparenza, maggiori saranno i vantaggi sia per il consumatore che per il produttore e il rivenditore finale. Ma va detto che queste etichette richiedono maggiori costi, che incideranno sul prezzo finale.
Questa nuova normativa è sotto certi aspetti una grande occasione per l’industria agroalimentare italiana, ma non si deve cadere nel tranello di pensare che solo i salumi prodotti con carni di suini italiani siano di qualità. Perché, ci sembra doveroso farlo presente, non è necessariamente così. Carni e salumi possono far conoscere meglio la loro origine e lavorazione, ma una campagna di informazione che possa sfatare diversi luoghi comuni infondati contro il loro consumo e che faccia scoprire la professionalità, l’abilità ed il saper fare di questo settore non sarebbe una cattiva idea. Le etichette servono, ma non sono tutto.
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