
I salumi di oggi contengono meno sale
Sale, salumi e salute. Un’unione spesso messa in discussione. Per molto tempo si è detto e pensato che i salumi contengano una grossa quantità di sale e che quindi fosse dannoso mangiarli. In realtà le cose stanno molto diversamente.
Per la produzione di salumi il trattamento con il sale, che è l’elemento conservante più antico al mondo, è inevitabile. Del resto, la parola salume deriva appunto da sale. Ma sapevate che i salumi, oggi come oggi, contengono in realtà una bassa quantità di sale?
Per quanto possa suonare strano, sono ormai tra i prodotti meno salati in commercio. Anche in questo caso è la scienza che ci viene in soccorso per mettere le cose al posto giusto.
Altro elemento importante è il sodio, che è diffuso in natura in molti alimenti ed è parte costituente del nostro sale da cucina.
Il binomio sale e salute è stato per molto tempo, anche giustamente, sotto la lente d’ingrandimento dell’attenzione medica e mediatica. Per questo motivo in molti alimenti il sale e quindi il sodio sono stati ridotti drasticamente. Negli ultimi decenni anche le Istituzioni hanno fatto la loro parte, con campagne informative e di sensibilizzazione volte a contribuire a questa salutare riduzione.
Grazie ad esempio al programma del Ministero della Salute chiamato “Guadagnare Salute”, condotta in unione con molte Associazioni di categoria, è stato possibile rendere più facili le scelte salutari, prevenendo e modificando negli anni i comportamenti ritenuti maggiormente nocivi e i principali fattori di rischio di malattie non trasmissibili più comuni. Tra questi, la riduzione di sale nella preparazione di alimenti in commercio In Italia e nel resto d’Europa.
I salumi hanno però avuto una storia a sé. L’industria dei salumi, infatti, ha agito in modo indipendente perseguendo fin da subito lo scopo finale di trovare soluzioni valide per ridurre al minimo l’uso del sale, mantenendo invariate le prescrizioni dei vari disciplinari di produzione.
Questo ha permesso di mantenere salumi di alta qualità con basso contenuto di sale e di conseguenza di sodio.
Calcolando il trend nel settore salumi, possiamo quantificare la riduzione di sale tra il 4% e oltre il 45%. La differenza percentuale è dettata da molteplici fattori, quali il tipo di prodotto iniziale, le tecniche di lavorazione adottate (con modeste dosi iniziali e la possibilità di modificarle se necessario) e la tutela delle ricette originali.
I rigorosi controlli a cui i salumi e la loro lavorazione sono continuamente sottoposti, ci garantiscono risultati scientificamente provati dai laboratori di analisi delle autorità preposte. E alla luce di questi risultati, appunto, oggi possiamo affermare che i salumi sono tra gli alimenti con meno contenuto di sale.
L’unione sale, salumi e salute è possibile. Anzi, è già realtà.
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